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l'agnello 259

affitto in due! Egli dunque poteva domandar la mano della signorina che amava! La felicità non era dunque illusione! Benedetto l’agnellino! Dell’agnello Biscaglia fece il paraninfo del suo amore, il compagno de’ suoi sogni, l’argomento delle sue rime, il simbolo del suo cuore. Bèee....

Or come Don Chisciotte e Sancio Panza erano d’accordo mentre Tartarin saliva il Righi, così erano d’accordo adesso nell’animo del professore Biscaglia mentre egli saliva quelle scale.

Una.... Due.... Tre.... Abitavano molto in alto, le signore. Salendo crescevano i palpiti, calava il sangue. Smorto, anelante, il professore si arrestò all’ultimo pianerottolo; dove, a una porta, lesse il nome: Crocchi.

Nessun dubbio; quell’angelo stava là dentro.

Ma lui si sentiva così smorto che non ardì toccar súbito il bottone del campanello; e prima si fregò le guance con le mani. L’atto però gli parve ridicolo; temè che qualcuno fosse a guardarlo o a spiarlo per la finestra della scala; si volse....

Dalla finestra della cucina, di contro, pendeva, spaccato, l’agnello.

Tradotta in tedesco da C. Brenning e pubblicata (1902) in Feuilleton Zeitung, Zürcher Post, Düsseldorfer Zeitung, Frankfurter Nachrichten, Neueste Nachrichten für Elberfeld, Dortmunder Zeitung, Unterhaltungs-Beilage, Die Selbsthilfe, Hansa-Theater, Neue Saarbrücker Zeitung.