Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/313

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in arcadia 299

perchè in fatto di donne e gelosie, tutto il mondo è paese.

Malcontento anche era rimasto quel contadino dell’ingegner Stoia a cui Carlone, quando abbattevano la quercia, aveva ingiunto di tirare innanzi senza pensiero degli affari altrui. Quegli aveva sperato di venire a dirittura alle mani e, deluso, per vendicarsi e ingraziarsi il padrone disse al bottegaio che avrebbe da guadagnar soldi chi schernisse, la domenica, Carlon de’ Carli. Uno scherno per cui gli calasse la boria: non già da fargli del male.

E il bottegaio, che aveva tanto professata e vantata la sua neutralità, per far quattrini strinse in segreto patto i suoi tre avventori più a corto di quattrini: Remigio lo zoppo, che aveva indole non del tutto buona; Anacleto dell’Orto (attenti ai nomi!), un millantatore; e Silverio detto, per scempiaggine, il Chiù.

È vero che questi avevano promessa fede a quelli della Madonnina, ma di ciò non è a far gran caso; giacchè anche per simile genia di fedifraghi o traditori, tutto il mondo è paese.

V.

Mai con più lena il campanaro di Rioronco s’attaccò alla corda delle sue campane festaiole; mai i parrocchiani d’ogni età e d’ambo i sessi godettero più di allora in un consenso d’al-