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Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/35

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la giocatrice 21

o non è una passione, e quindi non è un vizio, o tutt’al più è passione non intensa e profonda quanto un vizio: per esempio, il gioco.

Se non che Limosa invece d’essere un filosofo era uno sportman innamorato; perciò non è meraviglia ragionasse, o meglio, sragionasse così: «Questa donna, che è una signora eccezionale, io l’amo alla follia e con buone intenzioni: per forza; perchè è onesta; e la sposerei anche. Disgraziatamente essa non mi ama perchè ha un vizio. Un vizio? Sì: come Luisella la mia puledra.... Luisella adombrava al passaggio del treno o d’una bicicletta, e balzava o scappava o voltava indietro; sudava tutta; tremava; e guai se gliel’avessi data vinta! Io, traendola alla ferrovia e facendola sorprendere incontro, dietro o di fianco, con una bicicletta, e intanto frenandola e frustandola a mio modo, l’ho domata che è diventata un’agnellina. Ma Luisella è una cavalla, e Claudia una signora. Per questa dunque mi atterrò a un metodo affatto contrario.»

Ora, la fallacia del ragionamento apparisce manifesta nel credere che per essere Luisella una bestia e Claudia una donna, l’una ragionevole e l’altra no, patissero o peccassero in modo affatto contrario e bisognassero di opposti rimedi.

Ma, salvo il rispetto, in una qualità almeno rassomigliavano: che eran femmine ambedue.