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12 | Adolfo Albertazzi |
Ma quel giorno nel rivolgere la testa e il collo espose al padrone anche una cosa più commovente: di sotto al collare uscì una carta, un bigliettino che, ben arrotolato, vi era tenuto stretto da un filo. Oh!
Oh! oh! Mentre il signor Prospero se ne stava tranquillo dal barbiere o dalla tabaccaia. Top serviva dunque da portalettere, da messaggero, da... A chi? Uno strappo; e, senza neppur leggere intera una parola, gli fu manifesto, al signor Prospero, chi commetteva il contrabbando. Non gliel’aveva insegnata lui, all’Elena, la calligrafia?
Elena — innamorata!
Ebbe la tentazione di leggere tutto: ma si trattenne, vinto da un senso di profanazione e disgusto, dall’amarezza che gli salì alla gola e quasi dal dubbio che il suo tradimento fosse più riprovevole dello stesso inganno in cui gli pareva d’esser caduto.
Ricompose il biglietto; tornò a legarlo; poi comandò iroso: — Su! Via! — ; e accennava al cane la strada della missione incompiuta.
E Top, contentissimo, scappò a compierla.
II.
Innamorata — Elena! Di chi? Non gl’importava saperlo; particolare secondario nel fatto enorme. Questo: che la bambina di ieri, la fan-