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Pagina:Albertazzi - Top, 1922.djvu/258

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256 Adolfo Albertazzi


Ma l’altro filosofo proseguì sempre più torvo e più violento:

— Bando alla sua ruota! e risponda! Perchè tutta la materia è in moto? Mistero! Perchè il feto sviluppandosi nell’alvo passa per tutti i gradi e tutte le forme dell’evoluzione animale? Mistero! Che cosa è l’etere? la luce? Perchè la telepatia? Quale l’essenza della vita? Che cosa è il sonno? la morte? l’enorme mister dell’infinito? In una parola, che cosa è il mondo?

Il signor Petronio aveva ascoltato tutt’orecchi (che orecchie!) e sorridendo; e alla fine della sparata non si scompose. Si grattò a pena a pena il naso, s’alzò pacifico più che mai e con la gran semplicità del suo buon senso, del suo cuore e della sua eloquenza, rinunziando una volta tanto alla sua ruota, rispose:

— Ce la spiego io, in due parole, la questione. Dalla vita alla morte, e anche dopo la morte, il mondo è tutto un imbroglio!