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270 Adolfo Albertazzi


sportsman, potrà vantare le delizie della mens sana in corpore sano?

A questo punto l’assemblea del Fiaternale Governo scattò: applausi, abbracci, baci. Il dottor Pantìfilo fu proclamato lo scienziato più grande della Re-So-Eu.

***

Ah povero dottor Pantìfilo! Che errore! che disastro!

Appena usciti, perfettamente in gambe, dalla clinica, coloro che avrebbero dovuto ringraziarlo tanto, imprecarono contro di lui.

Primo e più forte protestava il poeta Prôneur. Il quale diceva che s’era visto aprir dinanzi agli occhi le porte del Paradiso ma che gliele avevano subito rinchiuse in faccia. «Appena vidi il sol che ne fui privo!». Diceva che la gioia di sentirsi dividere con un colpo netto — tàffete! — e con un fulgore di luce divina la sede della poesia dal corpo bruto e vile è tal gioia che nessuna altra morte può darla uguale, e andava attorno agitando una scure e pregando gli amici di rinnovargli quel servizio. Fu necessario rinchiuderlo in una «casa di malati psichici», cioè in un manicomio. Ma trattandosi d’un poeta geniale, non c’era da farsene caso. Il guaio fu che lo sportsman, l’inglese, con folli tentativi di suicidio revolverava i passanti per-