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Ci vuol pazienza! 85


ove, l’uno accanto all’altra, placidamente dormivano la cagna e il gatto.

Oh stupore! Oh commozione!

— Astolfo! Corri a vedere! Corri!

E il marito venne adagio adagio, dall’orto, con la zappettina in mano, e rimase a bocca aperta.

— Come avete fatto? — chiedevano a Monterumici.

Egli scosse le spalle. Sorridendo significava: se tutte le difficoltà, le questioni a questo mondo fossero di tal fatta! Ma:

— Ci vuol pazienza!

E — a udirne la relazione — il miracolo incuriosì anche il colonnello, quando discese, lieto del suo lavoro. E su l’uscio della stalla chiamò:

— Monterúmici!

— Pronto! — (con la striglia in mano).

— Come hai fatto a domesticare quelle due bestie feroci?

Rispose senza esitare:

— Io con la quiete non posso dormire. Ho bisogno, per dormire, delle cannonate. Il farmacista invece mi ha dato delle polverine; e io ne ho data una...

Il colonnello scoppiò a ridere. E si avviava. Se non che l’attendente balzandogli davanti e mettendosi in posizione, seguitò:

— A svegliarsi e a vedersi vicini si meraviglieranno anche loro, di essersi così amicati, e saran sempre buoni animici: vedrà!.