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godrà„, gli arrecava bastevole conforto; e avrebbe voluto tornare a discorrere con lei. Temeva ella nella dimanda ostinata un’insidia, e disperando che l'amore di lor due rimanesse “giusto fedele e onesto„ com’era incominciato, minacciò Alvise di rifiutare le sue lettere: “conosciuta la vostra disonestà, mi sono spogliata di quell’amore ch’io vi portava....„

A che, disperato, egli: “Poi che tanto vi piace che dal mondo mi toglia, son contento di soddisfarvi. E perciò mi risolvo, con la prima occasione, d’andar in luogo tanto lontano che secondo il desiderio vostro finisca i miei giorni.„

E madonna Vittoria, pentita e impaurita, un giorno l’accolse in casa furtivamente: fu quello il giorno della colpa. Da quel dí in avanti le lettere di madonna Vittoria si susseguirono piene di amarezza, di tristezza profonda, che derivava, più tosto che dai rimorsi, dal rimpianto pei lunghi piaceri cui libera avrebbe potuto gustare; dall’amore stimolato, esasperato dalla bramosia sensuale; dal timore, quasi dal presentimento che tra breve Alvise si sarebbe stancato di lei.