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d'un gentiluomo veneziano. 161


ond’io posso dire, e in verità, d’essere odiato a morte....„


Peggio: era burlato.


“La mia mala fortuna vuole che io abbia gli occhi d’Argo acciò ch’io vegga la cagione della mia rovina. Son contento, poi ch’altro non posso, che voi m’inganniate, ma che i vostri amanti mi burlino, non patirò già mai. Se gli avete cari fate che mi lascino stare e che si contentino di godervi....„

Troppo a basso era caduto: un impeto d’ira contro l’amante, se non contro la donna, se non contro sé stesso, non avrebbe potuto scuoterlo e sollevarlo? No: una volta a vedere madonna Vittoria alla finestra con faccia ridente e Fortunio sotto, che le rispondeva, “spinto da furor geloso„ e attaccata questione, ferí il drudo, ma scongiurò Vittoria che gli perdonasse!

Il qual fatto atterrí la donna e l’indusse a posporre il nuovo amore al terrore dello scandalo e dell’infamia. Rispose: