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8 | il valletto ostinato. |
tratto udì cantare lontana e dall’alto, simile ad
un’allodola, madonna Ginevra; e a un tratto
l’imagine incerta del suo desiderio e de’ suoi sogni
acquistò ai suoi occhi sembianza e forma di persona
viva: madonna Ginevra!
La sera nel porgere, avanti cena, l’acqua alle mani della padrona, al valletto tremavano le mani; ed egli se n’accorse, ma non chinò lo sguardo perché egli amava da uomo; senza paura, amava, e senza vergogna.
Quante consolazioni nell’avvenire la sua mente innamorata ebbe allora da fantasticare! E secondando i ricordi delle storie, che gli avevano raccontate a veglia, di cavalieri fatti eroi per gloria delle loro dame, e invidiando a sé stesso i pochi anni che gli mancavano alla piena giovinezza, s’imaginava vincitore di tornei in cui madonna l’assisteva sorridendo, o difensore e salvatore di madonna Ginevra in un notturno assalto di nemici.
Per altro, quell’ardore e il compiacimento di quell’ardore patirono presto il freddo dell’ignara incuranza di madonna, la quale aveva