Pagina:Albertazzi - Vecchie storie d'amore, 1895.djvu/72

Da Wikisource.
58 la salvazione


Da una torre di Gerico la città degli amori e delle rose una schiera di colombi levò il volo e delineò nell’alto il giro della città; ma alla veduta di quella tenue candida fila nel cielo azzurro e di quel cielo azzurro il monaco Gerunzio rimase intimidito quasi a un ammonimento muto quasi a una minaccia divina; e chinò gli occhi a terra.

Allora, di súbito lí innanzi a lui, stesa a giacere, vide una femmina nuda. Come lucide le chiome nere! Come freschi i fiori del seno turgido! Vezzi di vergine, riso di peccatrice, beltà d’una dea: era piena di grazia e rideva, tutta nuda.


Tale da piú tempo il tormento di frate Gerunzio. La notte, nelle lunghe tenebre e nei brevi sonni, aveva torbidi sogni di laidezza, turpi, nefandi, e al risvegliarsi provava un senso di stanchezza, di nausea, di esecrazione per quella sua carne che in guerra collo spirito riusciva a vincere finché alla prima luce e serenità mattutina, quando sembra che la divinità si ridesti in cuore