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92 theogenius

primo fu veduto a’ nostri Latini. Silla dittatore perì corroso da’ pidocchi. A Pericle sirio molta copia di serpenti ruppeno del suo corpo. Mecenate sofferse in sua vita perpetua febbre, e visse anni tre senza mai riposarsi dormendo. Ma che più? Cosa incredibile! Scriveno che nei tempi di Luzio Elio Antonino principe romano uscì d’una cassetta d’oro dedicata ad Apolline in Babilonia fiato sì pestilente che col suo veneno pervenne dando a morte infiniti mortali persino entro la provincia de’ Parti. E così molte egritudini e peste a’ tempi nascono e di provincia in provincia transcorrono. Agiugni quanto non raro ancora e’ minutissimi animali insieme coniunti portino peste ed eccidio contro alla generazione umana. Scrive Iustino e Paulo Orosio istorici ch’e’ populi chiamati Obderite, e que’ che si nominano Avienate, fuggirono e abandonarono el suo paese cacciati dalla moltitudine de’ topi e dalle ranelle. E scrisse M. Varrone in Ispagna essere stata svelta una terra da’ conigli, e in Tessaglia simile dalle talpe data in ruina un’altra città. E racconta Plinio quanto siano infestissimi inimici a’ populi cirenaici e’ grilli. E così troverai in le istorie spesso state a’ mortali gravissime calamitate addutte da tali vilissimi animanti. Né trovasi animale alcuno tanto da tutti gli altri odiato quanto l’uomo. Agiugni ancora quanto a sé stessi l’uomo sia dannoso con sua ambizione e avarizia e troppa cupidità del vivere in delizie e ozio pieno di vizi; qual cose non meno che gli altri suoi infortuni premono e’ mortali. Agiugni la somma stoltizia quale continuo abita in le menti degli uomini, poiché di cosa niuna contento né sazio sempre sé stessi molesta e stimola. Gli altri animali contenti d’un cibo quanto la natura richiede, e così a dare opra a’ figliuoli servano certa legge in sé e certo tempo: all’uomo mai ben fastidia la sua incontinenza. Gli altri animali contenti di quello che li si condice: l’omo solo sempre investigando cose nuove sé stessi infesta. Non contento di tanto ambito della terra, volle solcare el mare e tragettarsi, credo, fuori del mondo; volle sotto acqua, sotto terra, entro a’ monti ogni cosa razzolare, e sforzossi andare di sopra e’ nuvoli. Dicono che in Atene fu chi facea volare per aria un palombo edificato di legno. Che più essemplo detestabile della superstizione degli uomini, che fra’ greci scrittori fusse chi di