Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/159

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ludi rerum mathematicarum 157

altra cosa che sia ben diritta, e se non avete regolo diritto, fate uno arco lungo un passo o più e mettetelo in corda, e a ciascuno de’ capi legate un filo lungo quattro piedi o più, e fate che sieno a una lunghezza equali, e legate e’ capi di questi due fili che pendono insieme. Così arete fatto uno triangulo del quale due lati sono e’ fili, il terzo lato è il dardo o vero la corda del vostro arcione. Nel mezzo proprio della corda del dardo o vero dell’arco ponete una cera per segno, e dove si legano i due fili insieme legatevi un terzo filo lungo quattro piedi, e sievi appiccato uno piombino dall’altro capo che pende, e chiamisi questo angulo, dove questi tre fili sono annodati insieme, A. La prima cocca e capo del dardo si chiami B, la seconda C, la cera in mezzo del dardo D, el piombino E, come qui vedete la figura [Fig. 19].


[Fig. 19]


Questo instrumento si chiama equilibra, colla quale si misura ogni cosa. Quando l’angulo starà appiccato a cosa che lo sostenga, come s’appicca una bilancia, s’e’ pesi posti l’uno al capo B, l’altro al capo C saranno equali, el filo A E che pende col piombino, proprio batterà in sulla cera D. Adunque voi fate col porvi e diminuirvi e’ pesi che la equilibra stia proprio equale. Usasi questo