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Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/128

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122 i libri della famiglia

o per alcuno altro incommodo fussono colle membra o coll’animo caduti, o vero oppressi dalle calamità e infermi. Certo sarà pietà e misericordia quanto sia in noi darsi a costui, esserli oficioso e utilissimo. Ma colui sarà temerario e crudele, el quale sé stessi proferirà agli ultimi pericoli della morte, ove a’ pericoli seguiranno minimi, o forse niuno premio di laude e fama. E così stia: non se non grandissima cagione debba muovere gli animi nostri a non schifare e’ pericoli e a non pregiare noi stessi. Nuocere a sé non giovando ad altri non veggo io quanto si venga da pietà. Loderemo la giustizia e fortitudine in sapere da ogni caso avverso e da ogni male difendere e vendicare la fama, le fortune, il sangue e la vita nostra. Ma qual giusto mai offenderà sé stessi non difendendo altrui? Quale uomo mai ebbe lodo di fortitudine per inimicare sé stessi? Piace la liberalità e prudenza nell’opere magnifiche e molto utilissime; ma quale non stultissimo stimerà mai questo essere cosa degna di non grandissima riprensione darsi agli estremi pericoli ove tu non salvi, ma gratifichi a uno solo? A me certo pare stultissimo consiglio non amare più la vita certa di molti sani che la sanità dubbia d’uno infermo. Le quali cose se così sono, chi dubita che sarà pietà, giustizia e prudenza in simili casi provedere che lo ’nfermo guarisca, ma non meno sarà consiglio e ragione provedere ancora ch’e’ sani non infermino? Chi studia che lo ’nfermo si liberi, costui lo cerca sano. Adunque apresso di lui sia caro avere in sé quello quale brama in altrui. E se vogliamo la nostra prudenza e pietà essere lodata, daremo opera ch’allo ’nfermo sanza pericolo della vita nostra ogni cosa a lui utile e necessaria abondi. Aremovi medici, chiameremo speziali, non mancheranno gli astanti; ma noi provederemo alla sanità nostra, colla quale all’infermo e alla famiglia nostra saremo più che col pericolo acomodatissimi, dove perseverando in tanto pericolo sarebbe a chi giace poco utile e alla famiglia dannoso, imperoché colui così infetto può facilmente amorbare costui, e costui quell’altro, e a quel modo tutta la famiglia cadere in infermità e ruina.