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Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/188

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182 i libri della famiglia

alle mie fanciulle, ch’io in modo alcuno facessi del publico privato, quello che la patria mi permette a dignità transferendolo a guadagno, a preda, non punto, Lionardo mio, non, figliuoli miei. E’ si vuole vivere a sé, non al comune, essere sollicito per gli amici, vero, ove tu non interlasci e’ fatti tuoi, e ove a te non risulti danno troppo grande. A noi non sarà amico colui il quale non fugga ogni danno e vergogna nostra. Vorrassi per gli amici lasciare adrieto parte delle faccende tue, ove a te sia dipoi renduto non dico premio, ma grado e grazia. Starsi così, sai, mezzanamente, sempre fu cosa felice. Voi altri, che avete lette le molte storie, di questo più di me potete ramentare essempli assai, ne’ quali mai troverrete, mai caduto alcuno giacere se none chi saliva troppo alto. Basti a me essere e parere buono e giusto, colla quale cosa mai sarò disonorato. Questa sola onoranza sta meco e in essilio, e si starà mentre che io non l’abandonerò. Abbiansi gli altri le pompe, e’ venti gonfino quanto la fortuna gliele concede, godansi infra gli stati, dolgansi non l’avendo, piangano dubitando pèrdello, addolorino quando l’abbino perduto, ché a noi, i quali siamo contenti del nostro privato e mai desiderammo quello d’altrui, sarà mai dispiacere non avere quello che sia publico o perdere quello di che noi non facciamo stima. E chi facesse stima di quelle servitù, fatiche e innumerabili martorii d’animo? Figliuoli miei, stiamoci in sul piano, e diamo opera d’essere buoni e giusti massai. Stiànci lieti colla famigliuola nostra, godiànci quelli beni ci largisce la fortuna faccendone parte alli amici nostri, ché assai si truova onorato chi vive senza vizio e senza disonestà.

Lionardo. Quanto a me pare comprendere del dire vostro, Giannozzo, in voi sta quella magnifica e animosa volontà, la quale sempre a me parse maggiore e più degna d’animo virile che qualunque altra quale si sia volontà e appetito de’ mortali. Veggo preponete il vivere a sé stessi, proposito degno e proprio d’animo reale stare in vita non avendo bisogno d’alcuno, vivere contento di quello che la fortuna ti fa partefice. Sono alcuni e’ quali io con voi insieme posso giusta-