Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/205

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libro terzo 199

sempre degli altri essercizii ti premono infiniti affanni e agonie di mente. La villa sola sopra tutti si truova conoscente, graziosa, fidata, veridica. Se tu la governi con diligenza e con amore, mai a lei parerà averti satisfatto; sempre agiugne premio a’ premii. Alla primavera la villa ti dona infiniti sollazzi, verzure, fiori, odori, canti; sforzasi in più modi farti lieto, tutta ti ride e ti promette grandissima ricolta, émpieti di buona speranza e di piaceri assai. Poi e quanto la truovi tu teco alla state cortese! Ella ti manda a casa ora uno, ora un altro frutto, mai ti lascia la casa vòta di qualche sua liberalità. Eccoti poi presso l’autunno. Qui rende la villa alle tue fatiche e a’ tuoi meriti smisurato premio e copiosissime mercé, e quanto volentieri e quanto abundante, e con quanta fede! Per uno dodici, per uno piccole sudore più e più botti di vino. E quello che tu aresti vecchio e tarmato in casa, la villa con grandissima usura te lo rende nuovo, stagionato, netto e buono. Ancora ti dona le passule e l’altre uve da pendere e da seccare, e ancora a questo agiugne che ti riempie la casa per tutto il verno di noci, pere e pomi odoriferi e bellissimi. Ancora non resta la villa di dì in dì mandarti de’ frutti suoi più serotini. Poi neanche il verno si dimentica teco essere la villa liberale; ella ti manda la legna, l’olio, ginepri e lauri per, quando ti conduca in casa dalle nevi e dal vento, farti qualche fiamma lieta e redolentissima. E, se ti degni starti seco, la villa ti fa parte del suo splendidissimo sole, e porgeti la leprettina, il capro, il cervo, che tu gli corra drieto, avendone piacere e vincendone il freddo e la forza del verno. Non dico de’ polli, del cavretto, delle giuncate e delle altre delizie, quali tutto l’anno la villa t’alieva e serba. Al tutto così è: la villa si sforza a te in casa manchi nulla, cerca che nell’animo tuo stia niuna malinconia, émpieti di piacere e d’utile. E se la villa da te richiede opera alcuna, non vuole come gli altri essercizii tu ivi te atristi, né vi ti carchi di pensieri, né punto vi ti vuole affannato e lasso, ma piace alla villa la tua opera ed essercizio pieno di diletto, il quale sia non meno alla sanità tua che alla cultura utilissimo.