Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/267

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libro terzo 261

levarlo e aiutarlo con fatti e con parole quanto io posso, e questo non tanto perché conosco lui ama me, quanto perché conosco lui essere buono e giusto. E voglionsi e’ buoni tutti riputare amici, e benché a te non siano conoscenti, e’ buoni e virtuosi voglionsi sempre amare e aiutare. Voi adunque vi rimarrete. Altre volte saremo insieme, e una cosa qui non voglio dimenticarmi. Terrete questo a mente, figliuoli miei: siano le spese vostre più che l’entrate non mai maggiori; anzi, ove tu puoi tenere tre cavalli, piacciati vederti più tosto due ben grassi e ben in punto che quattro affamati e male forniti, imperoché, come voi litterati solete dire l’occhio del signore ingrassa el cavallo, questo intendo io, che non manco si nutrisce la famiglia con diligenza che con ispesa. Pare a voi così da interpetrar quel detto antico?

Adovardo. Parci.

Giannozzo. Se adunque così vi pare, a chi di voi, sendo quanto sete prudenti, non più piacerà produrre in publico due lodatori della diligenza vostra che quattro testimonii, e’ quali a tutti gli occhi a chi gli miri accusino la vostra negligenza? Vero? Adunque così fate: sian le spese pari o minori che la intrata, e in tutte le cose, atti, parole, pensieri e fatti vostri siate giusti, veritieri e massai. Così sarete fortunati, amati e onorati.