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268 i libri della famiglia

sì, ch’e’ beni della fortuna sieno giunti alla virtù, e che la virtù prenda que’ suoi decenti ornamenti, quali difficile possono asseguirsi sanza copia e affluenza di que’ beni, quali altri chiamano fragili e caduchi, altri gli apella commodi e utili a virtù. Ma guardate non in prima forse sia necessaria non tanto virtù e ricchezza, quanto certa non so come la nominare cosa, quale alletta e vince ad amare più questo che quello, posta non so dove, nel fronte, occhi e modi e presenza, con una certa leggiadria e venustà piena di modestia. Nollo posso con parole esprimere; ché vedrete saranno due pari virtuosi, pari studiosi, pari in ogni altra fortuna, nobili e pecuniosi, e di loro questo verrà iocondo e amato, quello ritarderà quasi odiato. E forse chi persuadeva le amicizie avere occulti e quasi divini principii e radici era da udirlo. Sono in le cose produtte dalla natura maravigliose e occultissime forze d’inimicizia e di amore, delle quali ancora non seppi comprendere causa o aperta ragione alcuna. Scrive Columella tanta essere inimicizia tra l’olivo e il quercio, che ancora tagliata la quercia, le sole sue sotto terra radici estingueno qualunque ivi presso fusse piantato olivo. Pomponio Mela racconta alle fini di Egitto presso quella gente detta Esfoge, come da innata e naturale inimicizia convenirvi numero d’uccegli chiamati ibides ad inimicare e combattere contra la moltitudine de’ serpenti quale ivi inabita. El cavallo, dice Erodoto, naturale sua inimicizia, tanto teme il cammello, che non tanto vederlo fugge, ma odorarlo el perturba. E così contrario racconta Plinio troppo la ruta essere amicissima al fico, poiché insieme curano el veneno, e sotto el fico piantata escresce lietissima, e più che in qual sia altrove luogo si fa ampla e verzosa. E Cicerone scrisse trovarsi animali, quali insieme vivono amicissimi, come fra l’ostree quello chiamato pinea, pesce amplo, quale apre e quasi come pareti tende que’ due suoi scorzi, dove convenuta copia di pisciculi, la squilla, piccino animale, la eccita ch’ella inchiuda la congregata preda, onde così ambedue si pascano. Noto animale è ’l coccodrillo, altrove feroce, quale pasciuto iace facile e tratta-