Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/294

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288 i libri della famiglia


Lionardo. Quasi, Adovardo, come se tu poco avessi in questa parte apresso ciascuno scrittore veduto più e più ammonimenti ed essempli utilissimi; ché non solo e’ filosofi, ma e ancora ciascuno istorico a me pare pieno di documenti perfettissimi a ogni uso di qual si sia amicizia, quali credo non posponi ad alcuno essemplo tratto di mezzo il volgo e moltitudine. Né credo truovi posta apresso della istoria meno che apresso di qualunque espertissimo plebeo, prudenza e ragione del vivere. Se la età lunga presta conoscimento di varie cose, la istoria vedi comprende più d’una non solo età, ma seculi. Se l’avere udito, veduto, provato molte cose porge cognizione e cauta astuzia, la istoria e vide e conobbe e cagioni ed effetti, e più a numero e più maravigliosi, con maggiore autorità e dignità, che qual si sia mai diligente padre di famiglia in vita. Della istoria adunque e degli altri ancora litterati potremo facile trovare e coadunare questa industria e artificio tuo, quando da’ filosofi arai compreso che ogni tuo studio e opera sarà con piccolo profitto, se non osserverai loro precetti e amonimenti in eleggere virtuosi e studiosi amici; quali precetti se poco valessero ad amicizia, nulla ti nocerebbono no’ gli osservando, dove ti noceranno poco osservati.

Adovardo. Maravigliomi che tu della istoria, quale solo sempre recita perturbazioni di stati, eversioni di republiche, inconstanza e volubilità della fortuna, preponga dedurmi precetti a conseguire quanto voglio amicizia. Son certo della dissensione quale venne fra’ Cartaginesi e’ Latini per ottenere ciascuno l’isola di Cicilia, tu estrarrai e’ vincoli della amicizia, e dalle insidie e prede fra loro seguite, tu comporrai arte da condurmi in tranquilla e dolce coniunzione e unione d’animo. Riderei se tu meco facessi professione monstrarmi con quelle occisioni e ruine delle terre in che modo io potessi godere con felice amicizia.

Lionardo. E’ sono apresso gli storici e apresso e’ filosofi essempli e detti infiniti ad acquistarsi amici accomodatissimi, dolcissimi a leggerli, degnissimi a mandarseli a memoria, pieni d’autorità, e da nulla parte da poco udirli e stimarli.