Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/307

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libro quarto 301

possa; ché sarebbe contro a’ primi vulgatissimi precetti d’amicizia, se così recusando ubbidirvi diservissi a fine di più essere amato. Ché pur stimo tanto l’ordine mio non vi dispiace, che non qui a me bisogna così fare come chi preserva pregio alle gemme con essere avaro e duro a dimostrarle. Ma divolgarete voi in publico ch’io uomo ingegnosissimo trovai nuove e non prima scritte amicizie? Chi potrà tenersi che di voi non rida, quali sì attenti me ascoltasti? Niuno sarà ancora tinto di lettere, che me non riprenda arrogante e non contento della dottrina e scritti de’ maggiori, tanta età da tutti approvati.

Lionardo. Riderebbe certo Battista qui e Carlo, se, dove a te qui protestai volerti udire e accettare da te scusa niuna, tu qui ora con questa insinuazione fuggissi satisfare al desiderio ed espettazion nostra. E in questi nostri ragionamenti familiari assai sarà averci, quanto chiediamo, giovatoci. Quando altrove acaderà, satisfarai al volgo e a’ litterati. Ora sappi a te s’appartiene dar qui opera che noi conosciamo te, quanto affermi, nulla volere che noi lungo desideriamo la tua facilità.

Adovardo. Vincetemi. Uditemi. Seguita vedere qual cosa, e in che modo accresca e rendasi perfetta la amicizia; poi seguita, se cosa disturbasse el corso dello amore, quali io ivi stimi ricordi necessarii. Diremo poi del ricuperare, e ultimo narrerò cose non vulgari né poche necessarie a conversare fra’ vostri cittadini e fra gli strani; e vedretele accommodatissime a lungo conservare la inviata e cresciuta grazia e benivolenza. Udirete adunque del conducere gli animi accesi di benivolenza a perfetto e ardentissimo amore, degnissimi e sapientissimi detti, se prima, di que’ tutti, quali dicemmo trovarsi varii e multiplici ingegni, quanto resta esplicheremo chi di loro più sia degnissimo in cui pogniamo ogni nostro studio, arte e opera per molto iungercelo a noi benivolo e amicissimo. Sarebbe chi forse in questo luogo sé estenderebbe, e ostentarebbe l’ingegno suo multiplicando a questa materia questioni: se forse ad amicizia più siano atti i ricchi uomini