Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/376

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370 nota sul testo

Se ne servì il Bonucci per la sua ed. cit. (cfr. voi. II, pp. xxii-xxxiii).

3. Cod. Palatino 455 (F3).

Cod. cart. sec. XV; cc. 166 numerate da 1 a 165 con doppia numerazione della c. 36; mm 334 x 228. Legato in tela giallo-verde. Cod. esclusivamente di opere dell’Alberti. Contiene:

cc. 1r-36r Adesp. e anepig. Della Tranquillità dell’Animo. Incipit: ‘Niccola di meser Veri de’ Medici huomo ornatissimo d’ogni costume...’. Explicit: ‘...di qualunque sia huomo in vita perfido et iniquissimo’. Bianche le cc. 36v, 36bis e 37;

cc. 38r-165v I primi tre libri della Famiglia intitolati come segue:

c. 38: Leonis Baptiste Alberti Prologus in libros de familia,
c. 42: Incipit Liber primus familie de officio Senum erga iuvenes et minorum erga maiores et de educandis liberis,
c. 73: Manca il titolo al secondo libro. Anepigrafo anche il Proemio al terzo libro,
c. 111: L. Bap. Alb. Lib. III Famil. P. F. Oeconomicus.


In fine (c. 165) si legge: Recognovi ego Zenobus Acciaiolus1.

Il cod. fu tutto copiato dalla stessa mano sebbene con molti errori e omissioni, a cui si cercò di rimediare con tre serie di correzioni, delle quali due sembrano per la scrittura assai vicine all’età del cod., e la terza, quella dell’Acciaiuoli, alquanto posteriore. Il testo in cui abbondano forme in -eti per la 2a persona plurale e alcuni casi di forsi per forse, pare opera di amanuense emiliano. L’Acciaiuoli, che ha aggiunto in margine anche numerose didascalie, lo collazionò con un altro cod. che per varie lezioni corrispondenti e per la probabilità che l’avesse potuto avere tra le mani, sembra potersi identificare nel cod. Vat. Urb. Lat. 229 (U)2.

  1. Per l’Acciaiuoli (1461-1519), amico dei Medici negli ultimi anni del ’400, e più tardi bibliotecario vaticano a Roma, vedi I. Del Lungo, Prose volgari inedite c Poesie latine e greche . . . di Angelo Poliziano, Firenze, 1867, p. 171 n. (con indicazioni bibliografiche), e G. Bottiglioni, La lirica latina in Firenze nella seconda metà del sec. XV, negli Ann. della Se. Normale di Pisa, voi. XXV, 1913, pp. 180-181; note autografe dell’Acciaiuoli in M. Bertola, / primi due registri di prestito della Vaticana, Roma, 1942; cfr. anche M. Marulli Carmina, ed. A. Perosa, Zurigo, 1951, p. 233 .
  2. Ma non tutte le lezioni vanno d’accordo tra i due mss.; 1 ’ ipotesi si fonda sulla possibilità che U fosse passato alla Vaticana già ai tempi di Cesare ìlorgia, ma non è escluso che l’Acciaiuoli abbia coliazionato F3 con qualche altro cod. molto simile a U, mentre era a Firenze. Vedi più avanti a pp. 405-408.