Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/410

Da Wikisource.
404 nota sul testo

seconda e non la prima redazione. All’obbiezione che il cod. O, l’unico esemplare del quarto libro isolato, che porta anche l’indicazione del dono fatto al comune di Firenze nel 1441, potrebbe rispecchiare, come non è affatto impossibile, la forma del libro a quella data, e che perciò questa correzione, e le altre, dovevano già allora figurare su F1, si potrebbe rispondere supponendo, o che mancasse in X per errore di trascrizione, oppure che non figurasse allora su F1, bensì su Y donde passò ad O. Si tratta però di una ipotesi, che non credo invalidi la maggior consistenza degli altri argomenti avanzati sopra a favore del testo rappresentato da U e F2.

Tutti questi casi, pur essendo importanti per la storia della revisione del testo da parte dell’autore, e necessari alla costituzione della edizione critica, sono veramente pochissimi in confronto col grandissimo numero di correzioni e aggiunte autografe fatte su F1 e trasmesse poi a X, e con quello non meno considerevole di emendamenti e aggiunte che dovevano trovarsi su questo archetipo per poi discendere nel gruppo di codici che ne deriva. In mancanza di elementi che permettano di sapere perché queste correzioni non siano passate anch’esse nella redazione successiva, bisognava o risolversi ad accoglierle o a respingerle tutte. Noi le abbiamo accolte, persuasi dal caso analogo della Musca che l’abitudine di continuare a fare correzioni su una primitiva redazione, anziché su una più tarda copia anch’essa già riveduta, non era affatto aliena alle consuetudini dell’Alberti1.

Se passiamo poi al confronto dei varii codici che derivano ultimamente da X, mentre troviamo poche e minime discrepanze nei primi due libri, nel terzo invece si affaccia la possibilità che alcune varianti siano dovute anch’esse alla stessa abitudine dell’A. di ritoccare la sua opera. L’ipotesi in questo caso naturalmente va intesa colla massima cautela, poiché era facile che questo testo, sottomesso a più di uno vero e proprio rifacimento durante la vita dell’autore, potesse subire dalle mani dei copisti certe modificazioni2.

  1. Cfr. la mia ed. degli Opuscoli Inediti di L.B.A.: Musca, Vita S. Politi, Firenze, 1954, pp. 7-17, dove si dimostra che il cod. Can. Misc. 172 della Bodleiana di Oxford rappresenta una redazione più tarda rispetto al testo corretto dall’A. sul cod. 767 della Riccardiana, malgrado il fatto che alcune correzioni autografe non sono passate da questo a quello.
  2. Di questo tipo saranno senza dubbio certe varianti che distinguono F8, che soprattutto per quanto riguarda l’ordine delle parole spesso non va d’accordo con