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Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/61

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libro primo 55

reggere e usufruttare e’ beni della fortuna. Tutto quello el qual e’ tuoi figliuoli non sapranno maneggiare e governare, tutto quello sarà loro superfluo e incommodo. Però si vuole insegnare a’ tuoi virtù, farli imparare reggere sé in prima ed emendare gli apetiti e le volontà sue, instituirli che sappino acquistare lodo, grazia e favore molto più che ricchezze, ammaestrarli che sieno dotti come nell’altre cose civili, così a conservarsi onore e benivolenza.

Già però chi non sarà ignorante in questo modo ad essornarsi di fama e dignità, per certo sarà saputo e dotto a conquistare e conservare ogni altra minor cosa.

E se i padri da sé non sono atti, o per altri maggior faccendi (se alcuna n’è maggiore che avere cura de’ figliuoli) saranno troppo occupati, abbino ivi persona dalla quale e’ figliuoli possano imparare dire e fare le cose lodate bene e prudentemente, come diceano di Pelleo, el quale ad Achille suo avea dato in compagnia quello Fenix prudentissimo ed eloquentissimo, a ciò che da questo el figliuol suo Achilles imparasse essere buono oratore di parole e buono fattore delle cose; o vero darlo a chi più sappia, porlo apresso di chi e’ possa apprendere buone instituzioni al vivere, e buoni erudimenti al conoscere e sapere le pregiate cose. Marco Tullio Cicerone, quel nostro principe degli oratori, fu dal suo padre dato a Quinto Muzio Scevola iurisconsulto, che mai si gli partisse dal lato. Prudente padre. Voleva che ’l figliuolo fusse apresso di chi lo potea rendere dotto ed erudito molto più che lui forse non potea. Ma chi può e’ suoi con sua opera ornarli di virtù, lettere e scienza, come puoi tu Adovardo, perché non debb’egli lasciare ogn’altra faccenda per averseli più litterati, costumati, savi e più civili? Catone, quel buono antiquo, non si vergognava, né gli pareva fatica insegnare al figliuolo, oltre alle lettere, notare, schermire, e simili tutte destrezze militari e civili, e stimava in sé officio de’ padri insegnare a’ figliuoli tutte le virtù qual fusse degno sapere a liberi uomini, né gli pareva giustamente da chiamare libero alcuno in chi si disiderassi virtù alcuna; però di tutte volle