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58 i libri della famiglia

voluntà diventa furone, decettore, rattore, e dassi a bruttissimi essercizii e a vilissime arti e infame, e bruttamente cerca riavere quelle ricchezze quali bruttamente perdette. Così si truova chi già in sé stesso abituato a non patire se non quanto gli agradi, e in ciò che a lui piace sarà consueto molto volersi contentare e di tutte le sue opinioni e imprese agli altri soprastare, costui, se caso alcuno se gli oppone e interrompe le voglie e concertazioni sue, pare non curi dare sé stessi in precipizii e ruine maravigliose; non stima robba, non onore, non amistà; ogni lodata e da’ mortali desiderata cosa pospone alla opinione sua; solo per adempiere la sua impresa soffra rimanere e senza fortuna, ancora e senza vita. E così chi di sé stessi poco fa cura, molto manco curerà della quiete e bene della famiglia sua. Però a’ padri sta molto debito a buona ora cominciare a resecare e sverglier ne’ suoi tanto e sì pericoloso vizio qual si vede questa provanità essere, non solo a chi ne sia vizioso, ma a tutta la famiglia pestifero e mortale. Adunque in cosa alcuna, per minima che ella sia, mai patischino e’ maggiori a’ suoi fanciulli indurarvi alcuna ostinata volontà o proposito non onestissimo. E tanto loro più ogni gara dispiaccia quanto in sé la veggano men lodevole.

E così ancora molto proccurino che i suoi figliuoli sieno in ogni cosa molto veritieri, e stimino quanto egli è troppo più dannoso che brutto vizio essere bugiardo. Chi s’avezza a fingere e negare la verità, leggiermente per onestarsi molte volte pergiura, e chi spesso giura con animo fitto e fallace, costui di dì in dì s’avezza a men temere Dio e a spregiare la religione. E chi non teme Dio, chi nell’animo suo have spenta la religione, questo in tutto si può riputare cattivo. Agiungi qui che uno bugiardo si truova in tutta la vita sua infame, sdegnato, vile, schifato ne’ consigli, sbeffato da tutti, senza avere amistà, senza alcuna autorità. Né sarà virtù alcuna, per grande ch’ella sia, in uno bugiardo riputata mai o pregiata, tanto sta sozzo e laido questo vizio che immacola e disonesta ogn’altro splendore di lode. E perché noi qui toccammo della religione, si vuole empiere l’animo