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90 i libri della famiglia

troppo certare armato per ottenere lo ’mperio sopra tutti li prìncipi.

Ma tutto il dì si vede chi e laude e fama e onore meno per amare apregia. E infiniti quanto si truova prepongono l’amore all’amistà. Puossi l’amor tra moglie e marito riputar grandissimo, però che se la benivolenza sorge da alcuna voluttà, el congiugio ti porge non pochissima copia d’ogni gratissimo piacere e diletto; se la benivolenza cresce per conversazione, con niuna persona manterrai più perpetua familiarità che colla moglie; se l’amore si collega e unisce discoprendo e comunicando le tue affezioni e volontà, da niuno arai più aperta e piana via a conoscere tutto e dimonstrarti che alla propria tua donna e continua compagna; se l’amicizia sta compagna della onestà, niuna coniunzione più a te sarà religiosissima che quella del congiugio. Aggiugni che tutt’ora crescono tenacissimi vinculi di voluttà e di utilità a contenere e confirmare ne’ nostri animi infinita benivolenza. Nascono e’ figliuoli, e’ quali sarebbe lungo dire quanto e’ siano comune e firmissimo legame a colligare gli animi a una volontà e sentenza, cioè a quella unione la quale si dice essere vera amicizia. Non mi stendo in racontare quanta utilità si tragga da questa congiugale amicizia e sodalità, in conservare la casa domestica, in contenere la famiglia, in reggere e governare tutta la masserizia, le quali tutte cose sono in le donne tali, che forse alcuno stimarebbe per esse essere l’amore congiugale sopra di tutti gli altri interissimo e validissimo. Ma pure, non so come, non raro si truova a chi più piace uno strano amante che il proprio marito. E più si recita che fu apresso el fiume Ganges quella famosissima nelle province orientali reina, quale, se ben mi ramenta, Curzio storico ne’ gesti d’Allessandro raconta ch’ella amò un vilissimo barbiere, e per rendere l’amante suo ornatissimo e fortunatissimo sofferse uccidere el vero prima suo marito.

Della pietà e officio de’ padri non molto acade a dire, la qual tu stessi dianzi confessasti ad Adovardo ch’ella era cosa molto insita e infissa nel petto de’ padri. Pure non so