Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/109

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libro secondo 103

domandato in cena qual fusse ottima morte, rispose la non premeditata, già che nulla presente conosciamo la morte tale che possiamo sentirla, ma non presente pur perturba e atterra gli animi non ben composti. Ma a chi la conosca essere una seperazione di quello che in noi sia libero e incorrotto da quello che sia caduco, mortale, e sottoposto a quante miserie di sopra narrammo, e chi conoscerà essere stoltizia non adattarsi a quello che sia necessario, costui nulla si dorrà se ’l tempo s’apressa che la terra, come dicea Epicarmo, ritorni alla terra e lo spirito voli suso a miglior sedia. Quale animo sendo, come affermava Eraclito, purgato da ogni crassitudine e peso della terra, fugge da questo carcere come saetta e vola in cielo. E credo io troveresti uscito di vita niuno qual volesse ritornarci, e questo come per altri assai incommodi, ancora e per non essere inchiuso in questo loto de’ membri nostri quale, come dicea quel censore de’ principi presso a Omero, sta concreato di terra e d’acqua. Adunque a chi esca di vita diletterà morire, se serà non imprudente, quanto conoscerà che per benefizio della morte, come dicea Eschillo, esso esca in libertà da mille contro e’ mortali infesti e apparecchiati mali. Silio poeta dicea la morte essere porta apertaci dalla natura per quale sia licito fuggire ogni male. E apresso Plauto dicea Palestra, non indotta fanciulla, cosa niuna meglio trovarsi che la morte quando in noi sono le cose in male e in miseria. E così tutti e’ dotti non iniuria la affermano essere uno degli ottimi doni datoci dalla natura, poiché niuna tanto si truova miseria di quale te la morte non vendichi, povertà, carcere, servitù, ignominia, dolori e simili. Pausanias dicono che assiduo vessato dallo spirito d’una quale egli avea ucciso, ebbe da’ nigromanti risposta che tosto sarebbe al suo male buono fine. Verificossi, che non doppo molti dì morendo uscì di tanta molestia. Onde quello che dicea Plinio ne avviene che vediamo chiesta niuna quanto la morte essere dalli dii frequentata; quale uno dono si legge in premio di grandissimo merito a molti buoni gli dii accelerorono. Celebrati in tutte le istorie sono que’ due Cleobis e Abinoto figliuoli d’Argia sacerdote di Iunone: perché e’ giumenti indugiavano, sé imposero al giogo e condussero la madre sua in tempo al sacrificio; per qual pietà