Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/159

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libro secondo 153

tardissimo, hanno suo tempo e maturità. E piacciati bene sperare delle voglie tue quando elle sono giuste. Favoreggiano e’ cieli alle iuste imprese. In questo mezzo seda te stessi, e non aggiugnere al tuo dolore nuovo stimolo e cruccio; ma ripensa una e un’altra volta quanto e’ sia necessario teco statuire tanta impresa. Ciò che tu potevi restare e ricusare di fare, questo fu non necessario. Ma tu forse stimi questa offesa, e misurila col viver tuo, e pesila co’ tuoi costumi. Oh cosa dolce el viver nostro, se tutti e’ mortali fossero e buoni e simili a te! Ma forse tu argumenti così: questo mai feci io, né questo fare’ io. Non torresti el suo capro a Dameta, né Dameta torrebbe el bracco ad Atteone, né Atteone torrebbe a Platone que’ libri pittagorici tanto pregiati. Trahit sua quemque voluptas. E molto più la necessità, e non meno la natura e consuetudine del vivere alletta e tira e’ nostri animi a vari costumi e vita. Ma non ci stendiamo. Vuolsi tanto diminuire alla ricevuta offesa quanto a chi offese s’aggiunse o ragione o condizione di così farti e così trattarti. Era Codro povero; però tolse a Crasso. Era M. Celio formosissimo; però accedette a quegli amori di quella Clodia. E simile, in questo comparare e accogliere tutti e’ calculi, forse t’occorrerà che l’offesa ti si presenterà maggiore fatta in quel tempo, fatta in quel luogo, fatta da costui quale tu amavi e di dì in dì obligavi ad amarti con assiduo beneficio e grazia. Non insistere quivi, però che ogni tempo è alieno, e in ogni luogo è indegno d’usarvi iniustizia. E se cosa niuna, come si dice, a noi sta acerba se non quanto la stimiamo, né stanno e’ tuoi incommodi posti nella stultizia altrui, ma seggono in la tua opinione, a lui qual fu incontinente e immoderato se ne aggradi el biasimo non a te s’aggravi el dolore. E scopertasi occasione di vendicarti, qual sarà maggiore vendetta che adducerlo a pentersi d’avere offeso chi e’ non dovea? Questa vendetta fie più facile essequirla col beneficare chi t’è iniquo che col superchiarlo d’offese. E sarà beneficio gratissimo e laude prestantissima donar questa nuova grazia alla amicizia antiqua; e sarà officio d’animo degno d’imperio con questo rarissimo beneficio fundare nuova benevolenza. Ma qualunque siano e’ tuoi pensieri, tanto ti rammento che in ogni tuo deliberare e statuire tua impresa, mai acceda dove