Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/163

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libro secondo 157


Tu ne cede malis, sed contra audentior ito,
quam tua te fortuna sinet. Via prima salutis,
quod minime credis, Graia pandetur ab urbe.

Dicono che nulla si truova fidissimo renditore quanto la terra. Ella ciò che tu gli accomandasti rende, secondo el precetto di Esiodo, non a pari ma a maggior misura. Ancora più troverai fedele la industria e vigilanza tua, presertim quella qual tu porrai a cose oneste e degne, quando in queste e’ cieli e ogni fato si adopera in satisfare a’ tuoi meriti. Mai fu la virtù senza premio di lode e grazia. E gustate, priegovi, questo argumento: le cose di quaggiù sono rette o da noi uomini o da altri che noi mortali. S’altri le regge che noi, lasciànne la cura a chi già tanto numero d’anni le resse e con ragione e bene. Ma se forse, come tu scrivi in una delle tue iocundissime intercenali, Battista, la fortuna di noi mortali non viene dal cielo ma nasce dalla stultizia degli uomini, ricevianle fatte come dagli uomini simili a te, proclivi e dati a ogni passione d’animo e inconstanza. Qual tua sentenza mi diletta, e confermola; già che se Cesare non avesse tratto Ottaviano in tanta amplitudine, e que’ suoi commilitoni non si fussero sottomessi a Cesare, sarebbe né questo né quello stati principi e ministri di tanto imperio. Anzi l’uno forse sarebbe stato simile al padre argentiero, e l’altro forse causidico. Adunque, se le cose di noi uomini conseguono contro a nostra voluntà, elle succedono secondo el volere di chi così le guida. E certo sarebbe intollerabile arroganza la mia, se io pur volessi ch’ogni cosa isse a mio arbitrio, e nulla uscisse del mio disegno e proponimento. Tante nostre volontà adempiemmo altrove; ora lasciamo che altri ancora in qualcuna sua voglia si contenti.

Ma poi che giugnemmo a questo religiosissimo tempio, entriamo a salutare el nome e figura di Dio. E, quel che sopra tutti e’ documenti e ammonimenti de’ prudentissimi scrittori giova, preghianlo che e’ non ci adduca dura alcuna condizione di vivere, e prestici buona sanità di mente e buon consiglio e intera fermezza a nostre membra, e concedaci animo virile e constante a sostenere e soffrire ogni impeto e gravezza delle cose avverse.