Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/239

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libro secondo 233

cità sì come ella abita negli omini ignoranti, temerari, insolenti, impudenti, così accade loro che peccano spesso nel molto favellare e nelle fatue e subite risposte. E sono le subite risposte raro senza levità; e delle parole lievi spesso ricevettero molti gravissime pene. Vorrebbesi poter pesare ogni sillaba colle bilance e minutoli di chi assaggia l’oro, e forse non basterebbe al riguardo qual bisogna che abbi el savio a profferire la parola. Ma noi almeno saremo rattenuti, e diremo solo quello che non si può ben tacere. Non sempre sarà necessario a me dire qualunque cosa sia utile a te udirla.Verumdir le busie e tacere il vero pare che in qualche parte siano finittimi mancamenti; ma e’ mi sarà non raro più utile tacere, che laude dire in questo luogo a questi tempi cose per altro di sua natura degne e dotte. L’omo circunspetto dove si richiederà, dirà cose utili agli altri, non dannose a sé, e arà per suggello delle parole el silenzio, e apprenderà dal tempo norma del suo tacere. Affermano e’ dotti che niuna voce si sente più suave che la nuda e semplice verità. Ma spesso la arroganza e temerità di chi la porge, la rende insuave e male accetta. Saranno pertanto e’ nostri ragionamenti con modestia e buon riguardo almeno tali che non mostrino essere nell’animo qualche vizio, e saranno fra gravi omini. Come la gemma rende splendore perché ella in sé è pura e limpida, così la buona mente rende parole simili a sé composte bene e costumate. Ed è come si dice: tale quale è l’omo in sé, tal cose pensa, dice e fa. L’omo pravo, in cui la mente sempre furia agitata dalle perturbazioni, continuo pensa, dice e studia cose perverse, ottrettazioni, calunnie, raportamenti e simile altre pestilenze; onde si dice che uno male omo tal sia piggiore che mille pessime bestie.

Chi raccontarebbe quanta ruina sequiti spesso alle famiglie, alla republica, da simili omini pestiferi? E che furore è questo? Del numero de’ viziosi alcuni sono in prima dannosi sol a sé quanto e’ si lasciano vincer dalle voluttà, libidini, gulosità e simili. Ma tu da questi accetti qualche scusa: che furono poco savi; fecero come omini giovani non ben consigliati. Alcuni nuoceno ad altri, e questi allegano lo sdegno prima conceputo, e la speranza e occasione dell’utile, e altre condizioni che gli mosse. Ma questi