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le rime 391


6. G. Carducci, La poesia barbara italiana nei sec. XV e XVI, Bologna, 1881, pp. 3-4, gli esametri Dite, o mortali, che sì fulgente corona.

7. G. Mancini, Vita di L. B. Alberti, Firenze, 1882, p. 232, gli esametri Dite, o mortali, che sì fulgente corona, e a p. 268, il madrigale Le chiome ch’io adorai nel santo lauro.

8. G. Mancini, Opera inedita L. B. Alberti, Firenze, 1890: pp. 19-29, 297-304, la frottola Venite in danza; p. 30, il madrigale Le chiome ch’io adorai nel santo lauro; pp. 236-37, gli esametri Dite, o mortali, che sì fulgente corona.

9. G. Carducci, Antica lirica italiana, Firenze, 1907, col. 400, il son. Io vidi già seder nell’arme irato.

10. G. Mancini, Giorgio Vasari, Vite cinque, Firenze, 1917, pp. 205209, le sestine: Io miro ancor la terra, e i fiumi, e l’onde; Quegli occhi ornati di mestitia e riso; * Forza d’erbe, di pietre et di parole; il sonetto Per li pungenti spin, per gli aspri istecchi.

11. C. Grayson, «Italian Studies», XI, 1956, pp. 21-24, l’egloga Tyrsis.

12. G. Ponte, Il petrarchismo di L. B. A., in «La Rass. d. lett. ital.», LXII, 1958, pp. 216-22 (con indicazioni bibliografiche sulle rime); a p. 219, il madrigale Le chiome ch’io adorai nel santo lauro; a p. 220, la sestina Nessun pianeta che possega il cielo; a p. 222, il son. Io vidi già seder nell’arme irato.

13. C. Grayson, Note sulle rime dell’Alberti, ivi, LXIII, 1959, pp. 76-78 (con altre indicazioni bibliografiche); a p. 77, il madrigale Le chiome ch’io adorai nel santo lauro, e il son. Io vidi già seder nell’arme irato.

B) RIME ERRONEAMENTE ATTRIBUITE ALL’ALBERTI

Delle rime attribuite all’Alberti dai codici e dalle stampe alcune (che sono segnate con asterisco se figurano tra le testimonianze descritte sopra) non gli appartengono. Meritano qui un discorso a parte.