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172 ludi rerum mathematicarum

al peso dell’oro quale egl’avea dato a’ maestri. Ma intese ch’e’ maestri artefici dell’opera l’avevono ingannato e non era tutto il lavoro d’oro ma era misto d’argento. Irato Ierone non volea però guastare il lavoro, ma volea certificarsi. Commise ad Archimede matematico questa causa. Archimede, uomo suttilissimo, sanza muovere o guastare nulla tutto vide manifesto in questo modo. Fece due masse d’un medesimo peso quanto fu l’opera fatta de’ maestri, e di queste due masse l’una fu puro oro, l’altra puro argento. Posele nell’acqua in vasi ad una grandezza e a una forma simili e pieni ad un modo, e vide che differenza restava di questa acqua nel vaso quando ponendovi questa massa l’acqua traboccava fuori e si versava. E così posevi poi l’opera, e proporzionando i pesi loro insieme trovò certo il vero in tutto el lavoro. Fu ingegno molto acuto.

Quanto pesi l’acqua a proporzione dell’oro non scrissono gli antichi, però che l’acque son varie. Ma truovo bene scritto quanto a proporzione della cera pura pesino tutti e’ metalli. E dicono che un dado o palla o qual forma si sia di certa grandezza di cera e pesi un’oncia, questa medesima sendo di rame puro peserà oncie otto e denari sedici, e se sarà di rame ciprino, peserà oncie otto e denaio uno; se sarà stagno, peserà oncie dodici; se sarà piombo, peserà una libra e denari sei; se sarà oro, peserà una libra e oncie sette e denari nove. Di qui si può facile comprendere per che cagione l’oro pesi nell’acqua più che l’ariento, e la ragione è evidente. Sì che qualunque corpo essendo pari a misura con l’acqua e in se pesi meno, questo stia tanto sollevato e a galla quanto il suo peso sarà minore, e starà pari immerso nell’acqua quanto pari tanta quantità d’acqua sarà di peso pari a lui. E quelli corpi che in sé pesano più che l’acqua, staranno sotto, e quanto più peseranno, tanto più veloci descenderanno e meno occuperanno dell’acqua, sento tutti d’una figura e forma. Con questa ragione mostrai a questi dì a questi architetti qui quanto pesi certa colonna di quale essi contendevano fra loro. Presi alcuni pezzi di simile pietra e alcuni di marmo del quale io ho noto certo il peso suo, e posili nell’acqua e compresi la loro differenza. Potrei in simili cose molto estendermi, ma queste per ora bastino. Se