Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/244

Da Wikisource.
240 deifira

tua vietato, quello che tu pruovi quanto chi facile può, non vuole usare teco pietate alcuna, quel che tu conosci esserti da’ tempi, da’ luoghi e da tutte le cose vietato, nollo volere; delibera, quando che sia, averti libero. Oh che beata cosa vivere a se stesso vacuo d’ogni cura!

Pallimacro. Ohimè, Filarco mio, che poss’io di me, ov’io tutto sono d’altrui? Tuo sono io, Deifira mia, e tuo voglio essere. Tu, quanto di me vuoi, tanto sia. O piacciati provare la pazienza mia vendicandoti, se mai fui non quanto doveo, presto ad amarti, o piacciati gloriarti d’avere amante chi per niuno oltraggio resta di servirti, io non però mai mi dimenticherò le tue molte meco gentilezze. Stannomi scritti drento al mio petto e’ tuoi vezzosi sguardi, dolci atti e dolci parole, colle quali mi vincesti ad amarti. Io sempre verso di te sarò fedele, qual sempre fui. Tale sarà l’ultimo mio dì nel nostro amore, quale stati sono tutti gli altri, quanto vorrai, offiziosi e pronti. Una ora medesima finirà in me vita e amore.

Filarco. E quanta bene troppo mi pare gentilezza, di porto chiamarti in nave e poi lasciarti solo in alto e tempestoso mare, e sè ridursi al sicuro; ove, s’ella così fa per vendicarsi, certo poco merita essere amata. Amore non vuole vendetta. Vendetta viene da nimistà. S’ella così sanza cagione ti strazia, certo ella molto merita essere odiata. Chi sanza ragione ingiuria un suo qual sia forse inimico, costui usa tirannia. Pertanto nuocere a chi te ami, verrebbe troppo da crudelità e bestialità. Ma giudica tu di Deifira, non dico quanto da lei pruovi, ma quanto a te piace. E qui dimmi: quale a te sarebbe più caro, o uscire in libertà o vivere in questi tormenti? Non sarebbono ubbiditi i signori, se non potessino dare e torre a’ suoi dimolti beni. A te può Deifira torre nulla che tuo sia. Chi resta d’amare, perde l’amore, non el toglie ad altrui. E tu adunque, se così vuoi, quanto si conviene, libertà e quiete, disponi non volere da costei cosa ch’ella ti possa dare, e sarai libero. Resta di volere e sarai libero. E poca ti sarà fatica non voler quel che tu già non puoi avere. E vero costei, che potrebb’ella mai darti cosa degna alle tue virtù? Non onore, non ricchezza, non fama, non grado o dignitate alcuna, quali tutte con minore fatiche