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76 de pictura – libro secondo

sandosi in uno piè sempre ferma il piè perpendiculare sotto il capo quasi come base d’una colonna, e quasi sempre di chi stia diritto il viso si porge dove si dirizzi il piè. I movimenti del capo veggo quasi sempre essere tale che sotto a sé hanno qualche parte del corpo a sostenerlo, tanto è grande peso quello del capo; overo certo in contraria parte quasi come stile d’una bilancia distende uno membro quale corrisponda al peso del capo. E veggiamo che chi sul braccio disteso sostiene uno peso fermando il piè quasi come ago di bilancia, tutta l’altra parte del corpo si contraponga a contrapesare il peso. Parmi ancora che, alzando il capo, niuno più porga la faccia in alto se non quanto vegga in mezzo il cielo, né in lato alcuno più si volge il viso se non quanto il mento tocchi la spalla; in quella parte del corpo ove ti cigni, quasi mai tanto ti torci che la punta della spalla sia perpendiculare sopra il bellico. I movimenti delle gambe e delle braccia sono molto liberi, ma non vorrei io coprissero alcuna degna e onesta parte del corpo. E veggo dalla natura quasi mai le mani levarsi sopra il capo, né le gomita sopra la spalla, né sopra il ginocchio il piede, né tra uno piè ad un altro essere più spazio che d’uno solo piede. E posi mente distendendo in alto una mano, che persino al piede tutta quella parte del corpo la sussegua tale che il calcagno medesimo del piè si leva dal pavimento.


44.    Simile molte cose uno diligente artefice da sé a sé noterà; e forse quali dissi cose tanto sono in pronto che paiono superflue recitare. Ma perché veggio non pochi in quelle errare, parsemi da non tacerle. Truovasi chi esprimendo movimenti troppo arditi, e in una medesima figura facendo che ad un tratto si vede il petto e le reni, cosa impossibile e non condicente, credono essere lodati, perché odono quelle immagini molto parer vive quali molto gettino ogni suo membro, e per questo in loro figure fanno parerle