sospiri pien d’amore,
queti queti e fucati,
e come con gli occhi ornati
d’un atto che scopriva 535quel che ’l cor pativa,
s’atterroe,
e ben mille fiate si scambioe
il bel colore al viso,
e mirando fiso 540si racolse pian piana
e poi si volse strana,
vaga e piatosa,
e in modo vergognosa
balenò fiamme ardente 545che furono accese e spente,
abagliate
e ralumate
in un momento,
con un tremolar di mento 550insieme e di labrucci,
e con mille vezzosi crucci
in fronte lieta,
come or turba or queta
le ciglia e ’l seno strinse 555con bella arte, e finse
non sapere,
non volere,
non ricordarsi,
e poi sdegnarsi 560con superchia onestade,
fuggir e aver pietade,
poi che si sente amare.
E perché ’l saper pregare
d’altrui l’accende, 565ove suo voglia pende
in poco spazio