Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/107

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libro quarto. 85

gli saranno tratte, et la carica che verrà loro adosso. Et però non si deve tenere il medesimo modo di cerchiare le terre di mura in tutti i luoghi. Oltra questo dicono gli Antichi, che le Città, et le Navi non doveriano per alcun modo essere tanto grandi, che vote barcollassino, o piene non bastassino. Ma altri hanno voluto la loro Città piena, et pinza, pensando per questo, che ella fosse più sicura. Altri promettendosi una ottima speranza ne le cose che havessino a venire, si dilettarono di havervi grandissimi spatii. Altri forse proveddono con consiglio a la fama, et al nome de’ posteri. Imperoche la Città certo del Sole, edificata da Busiride, la quale chiamano Tebe, secondo che io truovo ne le storie de gli Antichi, girò venti miglia: Menfi diciotto miglia, et sei ottavi: Babilonia quarantatre miglia, et sei ottavi: Ninive miglia sessanta. Et furono alcuni, che rinchiusono tanto di terreno, che dentro al circuito de la Città ricoglievano da vivere per tutto l’anno. Quinci loderei io quello antico proverbio che dice, in tutte le cose si debbe servare ordine, et regola, et se e’ mi piacesse di gettarmi da una de le parti, mi getterei più presto a questa, che potessi commodamente ricevere la accresciuta moltitudine de Cittadini, che a quella che non può ricevere i suoi commodissimamente. Aggiugni che la Città non debbe esser fatta solamente per lo uso, et per la necessità de tetti, ma debbe esser fatta di maniera, che oltre a le cure civili, vi rimanghino grandissimi luoghi, et spatii per piazze, per corrervi con le carrette, per orti, et per spasseggiare, et per notare, et per simili ornamenti, et dilicatezze. Raccontano gli Antichi, Varrone, Plutarco, et altri, che i passati loro erano soliti di disegnare le mura de le Città con religione, et ordini sacri. Percioche, havendo prima presi lungamente gli Augurii, messi ad uno giogo uno Bue, et una Vacca, tiravano uno aratolo di bronzo, et si faceva il primo solco, con il quale disegnavano il circuito de le mura, stando la Vacca da lo lato di dentro, et il Bue da lo lato di fuora. I vecchi Padri, che dovieno habitare la terra, seguitavano lo aratro, et rimettevano nel fesso solco le smosse, et sparse zolle, et rassetandovele dentro, acciò non se ne spargesse alcuna; quando arrivavano a luoghi de le porte, sostenevano lo aratolo con le mani: Accioche la soglia de le porte rimanesse salda, et perciò dicevano che eccetto le porte, tutto il cerchio, et tutta l’opera era cosa sacra, et non era lecito chiamare le porte sacre. A tempi di Romulo, dice Dionisio Alicarnasseo, che i Padri antichi nel principiare le Città erano soliti, fatto il sacrificio di accendere il fuoco innanzi a loro alloggiamenti: Et per esso far passare il Popolo, accioche nel passare per le fiamme, gli huomini si purificassino, et si purgassino: Et pensavano che a cosi fatto sacramento non dovessino intervenire quelli che non erano puri, et netti. Queste cose dissono costoro. In altri luoghi io truovo, che seminando una polvere di terra bianca, ch’e’ chiamano pura, erano soliti disegnare la linea per luoghi de le mura. Et Alessandro in cambio di questa terra bianca, mancandoli ella nel disegnare la Città del Faro, tolse de la farina. La qual cosa diede occasione a gli Indovini di poter predire le cose future; percioche notati certi presagii simili, mediante i giorni natali de le Città, pensarono che e’ si potesse predire successi certi de le cose future. Appresso i Toscani ancora da libri de le loro osservationi erano ammaestrati, quali dovessino essere i secoli futuri, dal giorno natale de la loro Città: Et questo non da osservatione del Cielo, del che di sopra nel secondo libro dicemmo; Ma da i presi argomenti, et conietture de le cose presenti. Censorino racconta che essi scrissono in tale maniera: Gli huomini che nasceranno in quello stesso giorno, che si constituiscono le Città loro, quelli dico, che haranno vita lunghissima, daranno con il giorno della lor morte, fine al modello del primo secolo de la Città loro: Quegli ancora che da quel giorno in là rimarranno ne la Città, et che viveranno più tempo che gli altri, dimostreranno il termine del secondo secolo con il giorno de la lor morte: et cosi seguendo si andrà termi-


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