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122 della architettura

basso d’una fossa; percioche egli haranno manco occasione di inghiottirlo tutto a un tratto, et non manderanno giu le granella intere, et oltra questo diventeranno di muscoli, et di petto, più gagliardi, et più robusti. Sopra tutto bisogna guardarsi, che il muro de la mangiatoia, dove ha a stare volta la fronte del cavallo, non sia humido; il cavallo ha il cranio del cervello sottile, che non puo sofferire nè l’humido, nè il freddo, et però guardati che per le finestre non vi entrino i raggi lunari. La Luna fa diventare gli occhi bianchi, et induce gravissima tossa: a le pecore inferme i raggi de la Luna sono come peste. A buoi poni le mangiatoie più basse, che possino stando a diacere, rugumare. Se i cavalli guarderanno il cammino, diventeranno horridi. Il bue havendo al dirimpetto gli huomini, si rallegra. La mula che stà in luogo caldo o oscuro, impazza. Sono alcuni che pensano che la mula sia assai coperta dal tetto, se ella harà coperto il capo; et l’altre parti non dà noia che sieno esposte al sereno, et al freddo. Lo spazzo sotto i buoi lastricalo di Pietre, accioche per lo sterco, et per la ribalderia, non se gli infracidi le unghie. Sotto a cavalli farai una fossa ne lo ammattonato, et cuoprila di asse di leccio, et di rovere, accioche e’ non vi si generi per l’orine una fanghiglia, nè per il troppo zappare de piedi si guastino l’unghie, et il pavimento.


Che la industria del fattore di Villa si debbe essercitare tanto circa i Bestiami, quanto circa le Ricolte, et circa il far l’Aia.

cap. xvi.


D
iremo brevemente che la industria del fattore non si esserciterà solamente in raccorre le cose, che sono ne campi, ma innanzi ad ogni altra cosa si ingegnerà che i bestiami, gli uccelli, et i pesci gli fruttino. Poni le stalle per gli Armenti in luogo asciutto, et non humido, lievane ogni minimo sasso di sotto, et fa che le pendino, accioche le si possino votare, et nettare facilmente: cuoprine una parte di loro, e una parte ne lascia a lo scoperto, et ordina che i venti Australi, o qual altro vento humido si voglia, non percota la notte le pecore, et che non vi tirino ancora altri venti troppo molesti. I luoghi, dove hanno a stare rinchiusi i conigli, favvi un muro di Pietre riquadrate insino al fondo de l’acqua: in lo spazzo favvi un suolo di sabbione maschio, lasciando in più, e più luoghi alcuni monticelli con terra da sapone. Fa che le galline habbino nel cortile loro un portico volto a mezo giorno, spartovi sotto di molta cenere, et sopra detto portico il luogo per i nidii, et le stanghe da dormirvi sopra la notte. Sono alcuni che vorrebbono che le galline si tenessino rinchiuse in un gran circuito che fusse volto a levante, ma quelle, che si tengono per haver de l’uova, et de pulcini, si come le sono più allegre per la libertà, cosi ancora sono più feconde. L’uova nate a lo scuro, et in luogo rinchiuso sono più sciocche. Porrai la colombaia, che la vegga l’acqua, et non la porre troppo alta, ma cosi a modo, accioche i colombi stracchi dal volare, quasi con l’alie scherzando liete, s’allegrino sducciolarvi ad alie chiuse. Sono alcuni che dicono, che le colombe presi i semi de la campagna, quanto più fatica et viaggio haranno a fare a portarli a lor figliuoli, tanto più gli faranno grossi: Et questo perche i semi portati nel gozzo per nutrire i figliuoli, con lo starvi assai, diventeranno mezi cotti et per questo pongono le colombaie buone in luoghi altissimi. Et forse pensano che giovi assai che le colombaie sieno lontane da le acque, accioche giugnendovi, i colombi non raffreddino l’uova con i piè molli. Se a la cantonata de la torre tu vi rinchiuderai un gheppio, diventerà tal colombaia sicura da gli uccelli di rapina. Se tu nasconderai in su l’entrata un capo di lupo, gittatovi sopra del cimino rinchiuso in uno orcio fesso, che getti fuori puzzo; per tal cosa

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