Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/146

Da Wikisource.
124 della architettura

che ne le pioggie subitane tu possa in un momento riporre et i lavoranti, et esse robe al coperto; dove tu vuoi fare l’aia, spianavi il terreno non a piano, ma corretto cosi leggiermente, dipoi vangalo, dipoi gettavi di molta morchia; et lascianela bene inzuppare; dipoi disfa bene le zolle; dipoi pareggialo, o con il cilindro, o con l’erpice, et battilo con le mazzeranghe, dipoi gettavi di nuovo sopra de la morchia; et quando ella sarà rasciutta nè Topi, nè Formiche non vi faranno nidio, nè diventerà fangosa, nè vi nascerà erba. A cosi fatto lavoro la creta arrecherà gran saldezza. Et sia detto a bastanza de le habitationi de lavoratori.


De la Villa de Padroni, et de le Persone nobili, et di tutte le parti sue, et del luogo loro commodo.

cap. xvii.


L
e case di Villa per i Padroni, sono alcuni, che credono che e’ ne bisogni una per la state, et l’altra per l’inverno; et le diffiniscono in questa maniera, che le camere per la state vogliono che sieno volte a Levante d’inverno, et le sale volte a Occidente equinottiale; et le camere per lo inverno vogliono volte a mezo giorno, et le sale a Levante d’inverno: I luoghi da passeggiare, volti a mezo dì ne lo Equinottio. Ma noi pensiamo, che secondo le varietà de l’aria, et del paese, così s’habbino ancora a variare simili cose; di maniera che le cose calde con le fredde, et le secche con le humide si temperino insieme. Vorrei che le case de le possessioni de Nobili, non fussino poste ne la più grassa parte de la campagna; ma bene ne la più degna, donde si possa pigliare ogni commodità, et ogni piacere liberissimamente di qualunche vento, Sole, o veduta; scendasi quindi facilissimamente ne le possessioni; riceva i forestieri che vi capitano in luoghi convenientemente spatiosi; sien vedute, et vegghino la Città, le Terre, il Mare, et una distesa pianura, et le conosciute cime de le Colline, et de Monti: Habbia posti quasi sotto gli occhi dilicatezze di giardini, et allettamenti di pescagioni, et di cacciagioni. Et conciosia che si come noi ti dicemmo, le parti de le case, altre si appartenghino a tutto lo universale, et altre a più persone insieme, et altre a una, o più persone separatamente: In queste, quanto a le parti, che s’appartenghino a lo universale imiteremo le case de Principi. Innanzi a la porta sianvi pratelli grandissimi, da potervisi correre con le carrette, et da maneggiarvi Cavalli, che sieno molto più lunghi, che il tiro de giovani de dardi, o de le aste. In casa poi per le parti, che servono a più, non vi mancheranno luoghi da passeggiare, da farsi portare, da notare, et pratelli, et cortili, et loggie, e alcune in cerchio, dove i vecchi l’inverno a benigni Soli possino stare a ragionare, et la famiglia vi habbia a stare a festeggiare, et a godersi la state de l’ombra. Et è cosa manifesta, che ne le case, alcune cose s’aspettano a la famiglia, et alcune a quelle cose, che son grate a la famiglia. La famiglia sarà questa, il Marito, la Moglie, i figliuoli, et i parenti, et quei che per bisogno di costoro vi stanno insieme, que’ che haranno cura de le cose, i ministri, i famigli; oltre a che i forestieri ancora sono nel numero de la famiglia. Bisogna per amore de la famiglia havervi le cose per vivere, come sono le cose da mangiare, et le cose che servono per i bisogni, le Vesti, le Armi, i Libri, et i Cavalli ancora. La principal parte di tutte è quella, la quale o Cavedio, o Atrio che tu ti dica, noi lo chiameremo il Cortile con le Loggie. Doppo il quale, sono le sale, et più a dentro le Camere, et finalmente l’Anticamere: l’altre stanze mediante le lor cose si conoscono. Et però il cortile sarà la parte principale: sopra il quale corrisponderanno tutte l’altre membra minori, come se fusse un publico mercato de la casa: del qual cortile non solamente si caverà commodità de la entrata,

ma