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76 della architettura

tonato, o smalto, che noi habbiamo detto. Ma questa sorte di smalto s’aspetta principalmente a Bagni, de quali diremo a luoghi loro. Godono gli ammattonati de la humidità, et de la aria humida, mentre che e’ si fanno, et ne luoghi ombrosi, et humidi, si mantengono più fermi, et più interi; et a gli ammattonati nuocono principalmente la infermità del terreno, et una subita diseccatione. Percioche si come piovuto, et ripiovuto più volte, la terra a la Campagna si riserra, cosi i pavimenti inhumiditi abbondantemente, diventano di una sola, et salda durezza simile al ferro. Dove il pavimento habbia a ricevere l’acque che cascano da le grondaie de tetti; bisogna farlo di Pietre molto grandi, et molto salde; accioche egli (per dir cosi) per la malignità delle continove gocciole, che da alto impetuosamente addosso gli cascano, non sia forato, o guasto. Oltra questo, il pavimento, che sopra legname, o impalcature si distende, bisogna haver cura che le ossa, dalle quali deve esser sostenuto, sieno di forze gagliarde, et infra loro uguali. Ilche quando cosi non fusse (come se gli avenisse che alcun muro, o trave vi fusse posta sotto, molto più gagliarda che l’altra) il pavimento in quel luogo si guasterebbe, et si fenderebbe: Imperoche non tenendo il legname sempre il fermo, ma movendosi secondo la varietà de tempi, che per li humidi ingrossa, et per li alidori si risecca, et si ristrigne, non è maraviglia se per questa cagione, lo ammattonato si fende, durando fatica, et cedendo al peso le parti più deboli. Di questo sia detto a bastanza. Ma io non vorrei pretermettere quel che è molto a proposito; Imperoche altri tempi, altri annuali, et altra stagione, et qualità d’aria, si aspetta al cavare de fondamenti, altra a riempierli, altra ad alzare le mura, altra a fare le Volte, et altra al mettere delle corteccie. Imperoche i fondamenti si cavano commodissimamente mentre che il Sole è in Leone, et in esso Autunno essendo terreno asciutto: Ne impedendo le troppe acque le fosse. Molto accomodatamente ancora si riempiono certo nella Primavera, et massimo dove e’ sono molto profondi; Percioche e’ si saranno assai difesi dalli ardori della State, mediante il terreno che vi era posto attorno quasi come per difensore; ma molto più commodamente si riempieranno nel principio dell’Inverno, purche quella tale regione non sia sotto il polo, o in simili luoghi, talche in un subito egli habbino a diacciarvi, più presto che a fare la presa. Le mura ancora hanno in odio i caldi eccessivi, et i freddi crudeli, et i subiti diacci, et più che altro, il vento Aquilone. Le Volte insino a tanto c’habbino fatto la presa, desiderano più che altra muraglia stagione ugualissima, et temperatissima. Le corteccie porremo noi a tempo molto commodo, se le porremo al nascere delle stelle, chiamate Gallinelle; et in que’ giorni finalmente, che haranno soffiato assai, et inhumidito i venti Australi. Percioche se non sarà humido del tutto, ciò che si harà a intonicare, o a imbiancare, non vi si attaccherà cosa, che vi si metta, ma fesse, et spiccate l’una dall’altra, cadranno, et faranno per la scabrosità loro, il lavoro men bello. Ma delle corteccie, et delli imbiancamenti, più dissusamente ne tratteremo a luogo loro. Hora havendo finiti i modi delle cose, che si dovevano dire, passiamo alla consideratione delle altre cose più distintamente. Et primieramente tratteremo di quante sorti, et varietà sieno gli edificii, et di quello, che a qual si è l’uno si aspetti. Dipoi de gli ornamenti de gli edificii. Ultimamente discorreremo come si possino rimediare i loro difetti, che avvenuti li sono, per colpa del Maestro, o per ingiuria de tempi.


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