Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/11

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x vita di leonbat. alberti

batista che otto anni di età, non poteva aver raccolto gran frutto dalla educazione ricevutane, nè era in istato di attendere allo studio de’ Canoni, come vedremo ch’egli allora faceva. L’anonimo ci dice gran cose del felice successo con cui egli ancor giovinetto si volse non solo agli studj, ma ancora a’ cavallereschi esercizj, frammischiando per isfuggire la noja gli uni agli altri. Nel giocare alla palla, nel lanciar dardi, nel danzare, nel correre, nella lotta e nel salire sopra erti monti, non avea chi lo pareggiasse. Saltava a piè giunti al disopra di un uomo ritto in piedi. Una saetta da lui lanciata trapassava qualunque forte corazza di ferro. Scagliava dalla mano con sì gran forza una piccola moneta d’argento, che giungeva alla volta di un altissimo tempio, e se ne udiva l’urtar che in essa faceva. Di tai prodigi di destrezza e di forza più altri ivi si accennano, e si aggiugne che apprese nel medesimo tempo a dipingere, a scolpire, a cantare. Cresciuto alquanto negli anni, si volse allo studio del Diritto canonico e del civile, ed egli stesso nel proemio della sua commedia ci dice che ciò fece in Bologna, e che in quel tempo morì suo padre: Mortuo Laurentio Alberto patre meo, cum ipse apud Bononiam juri pontificio operam darem, in ea disciplina enitebar ita proficere, ut meis essem carior et nostrae domui ornamento. Siegue egli pure a narrare che alcuni de’