Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/113

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84 della pittura

ei più può dotto, in tutte le arti liberali, ma principalmente desidero che ei sappia geometria. Piacemi quel che diceva Panfilo antichissimo, e nobilissimo Pittore, dal quale i giovanetti nobili primieramente impararono la Pittura; imperocchè egli diceva, che nessuno poteva mai essere buon Pittore, che non sapesse geometria. Veramente i nostri primi ammaestramenti, dai quali si cava tutta l’assoluta e perfetta arte della Pittura, sono facilmente intesi dal Geometra. Ma chi non ha notizia di essa, non posso io credere che intenda i nostri ammaestramenti, nè abbastanza ancora alcune regole della Pittura. Adunque io affermo che i Pittori non si hanno a far beffe della geometria. Di poi non sarà fuor di proposito, se noi ci diletteremo de’ Poeti, e de’ Rettorici. Imperocchè costoro hanno molti ornamenti a comune con i Pittori. Nè veramente gli gioveranno poco per ordinare eccellentemente il componimento dell’istoria, quei copiosi letterati che avranno notizia di molte cose, la qual lode consiste tutta principalmente nell’invenzione. Conciosiachè ella ha questa forza, che essa sola invenzione, senza la Pittura, diletta. Lodasi mentre che si legge, quella descrizione della Calunnia, che Luciano racconta essere stata dipinta da Apelle, ed il raccontarla non credo che sia fuor di proposito, per avvertire i Pittori, che ci bisogna che ei vegghino, in trovare e metter insie-