Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/115

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veste, per le quali vollono che si intendesse la Liberalità, perciocchè una delle sorelle dà, l’altra piglia, e la terza rende il benefizio; le quali condizioni veramente hanno da ritrovarsi in ogni perfetta liberalità. Vedi quanta gran lode arrecano al maestro così fatte invenzioni? E però consiglio io lo studioso Pittore che si doni quanto più può a’ Poeti, ed a’ Retori, ed agli altri dotti nelle lettere, e si facci loro famigliare, e benivolo. Imperocchè da così fatti intelligenti ingegni ne caverà ed ottimi ornamenti, e sarà da loro ajutato veramente in queste invenzioni, le quali nella Pittura non hanno poca lode. Fidia Pittore eccellente, confessava avere imparato da Omero il modo come avesse principalmente a dipignere Giove con maestà. Io penso che i nostri Pittori si faranno ancora più copiosi, e più valenti nel leggere i Poeti, purchè ei sieno più studiosi dello imparare, che del guadagno. Ma il più delle volte i non meno studiosi che desiderosi d’imparare, si straccano, più perchè ei non sanno la via nè il modo dello imparare la cosa, che ei non fanno per la fatica dello imparare. E perciò cominciamo a dire, in che modo noi possiamo in quest’arte diventar buoni maestri. Sia il principio questo: tutti i gradi dello imparare dobbiamo noi cavare da essa natura, e la regola del far l’arte perfetto acquistisi con la diligenza, con lo studio, e con l’assiduità. Io veramente vor-