Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/76

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di leonbatista alberti. 47

lajo tutti uguali, e lo metto infra l’occhio e la cosa da vedersi, acciò che la piramide visiva penetrando passi per le rarità del velo. Ha veramente questo taglio del velo in se non poche comodità: la prima cosa, egli li rappresenta sempre le medesime superficie immobili, conciossiachè postivi una volta i termini, troverai subito la primiera punta della piramide, con la quale tu incominciasti; il che senza questo taglio del velo è cosa veramente difficilissima. E sai quanto sia impossibile nel dipignere, mutarsi rettamente alcuna cosa, perchè non mantiene perpetuamente a chi dipigne il medesimo aspetto e veduta: e da questo avviene che più facilmente si assomigliano quelle cose che si ritraggono dalle cose dipinte, che quelle che si ritraggono dalle sculture. Sai ancora oltra di questo, quanto essa cosa veduta, paja alterata, mediante il mutamento dell’intervallo, o della positura del centro. Pertanto il velo o la rete li arrecherà questa non piccola utilità che la cosa sempre li si appresenterà alla vista la medesima. L’altra utilità, è che tu potrai collocare facilmente nel dipignere la tua tavola, in luoghi certissimi, i siti de’ dintorni, ed i termini delle superficie. Imperocchè vedendo tu in quella maglia della rete la fronte, ed in quella che li è a canto, il naso, e nella più vicina poi le gote, in quella disotto il mento, e tutte le altre cose così fatte, disposte a’ loro luo-