Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/123

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fatto niente nella vita di buono.... Quella era una cosa da dire a un uomo che avesse compiuto molte opere buone, a un santo. — Tutte le anime ti corrono incontro come le api a un fiore dolce.... — Come era bello! pareva una musica: gli piaceva tanto di sentirsele ripetere dentro.... Sarebbe stato bello di meritarsele.... Ma quanto, quanto bene avrebbe dovuto fare nel mondo.... Come si fa a far il bene? lui non lo sapeva: non ci aveva mai pensato: la gente lo credeva buono perchè non era sgarbato con nessuno, ma questo era merito di suo padre e di sua madre.

Il bene! che cosa si deve fare, che cosa posso fare?... la carità ai poveri? diamo sempre qualche cosa a tutti quelli che ce la chiedono, ma non siamo ricchi, possiamo far poco. Non odiare nessuno.... oh Dio! se non ci fosse stato Nocente, egli non avrebbe voluto male a nessuno, ma come si fa a voler bene a Nocente? È proprio una tentazione: quando pare d’aver dimenticato che egli è al mondo, ecco che compare di nuovo più cattivo di prima. Oh, se egli l’avesse qualche volta picchiato ben bene, certo avrebbe smesso, ma crede che si abbia paura di lui.... Brutta bestiaccia velenosa! perchè il Signore lo lasciò al mondo, che non fa altro che male? Quella povera Raffaella, quante ne deve aver pigliate fin da bambina.... mi ricordo, una volta aveva tutto livido il collo; e io non gli ho fatto niente! non l’ho difesa ch’era la mia compagna, sempre in casa mia come una sorellina.... Sì, sì; lo devo fare: è giustizia: se nessuno gliele fa sentire, tutti diventeremo vittime della sua cattiveria. Il Signore mi ha ben fatto così forte per qualche cosa: tanti uomini non sono così forti come me; basta un pugno e lo mando rotoloni giù nel torrente come ci è andato una volta!