Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/135

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XVI.

Quella sera Dorina si addormentò pensando al domani: due o tre volte mentre la mamma la spogliava, ella fu lì lì per darle la grande notizia, ma non osò; fu presa da soggezione, non sapeva perchè. E l’indomani mattina disse: — fammi pur vestire da Berta, tu, mamma, oggi avrai tanto da fare.

Così potè dire a Berta di metterle il suo abito più bello, di pettinarle con cura la esile treccina bionda, poi si fece portar giù, nello stanzino che serviva da studiolo a babbo e mamma, e che s’apriva proprio sul vestibolo.

Il cuore le batteva e il suo viso di solito pallido era così acceso ch’ella sentiva le guancie scottanti.

Quando Berta disse: — ho portato Dorina in studietto, — la mamma non voleva credere e accorse a vedere; ma rattenne a tempo le sue esclamazioni di maraviglia, perchè vide sul visetto della sua figliola ch’ella era tutta confusa della decisione presa.