Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/61

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VII.

Marianna de Caprezzi non aveva avuto tempo di assistere all’esame de’ suoi figlioli; dopo aver messo loro l’abito delle feste, versata molt’acqua sulla testa di Raffaella perchè i riccioli vi stessero bene appiccicati, era uscita col rastrello e il forcone a rivoltare il fieno sul prato.

Grazia s’era invece di null’altro occupata tutta la mattina che di vestire e pulire il suo Natale, facendogli ripetere tra un’insaponata e l’altra, fra un bottone e l’altro, la poesia che avrebbe recitato all’esame.

Quando, arrivata alla scuola, vide venire Nocente colle scarpe infangate e il viso non lavato, e dietro a lui, a passini lesti, la piccola Raffaella infagottata e così mal pettinata, Grazia provò rimorso di non aver pensato anche a lei. Le pareva fosse un po’ figliola sua quella cara pallottolina che le corse in-