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Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/82

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presentano entro una settimana dall’ammonizione, incorreranno nella pena dell’ammenda. — Dell’ammenda capite? che vuol dire una multa la quale può essere di 50 centesimi, ma anche di dieci lire! e non basta: finchè voi non mandate il vostro figlio a scuola non potete ottenere nessun sussidio dal Comune o dalla Provincia o dallo Stato, e vostro marito non potrà più aver il permesso di portar armi, e voi sapete che questo e duro per il vostro uomo che viaggia a piedi di notte per strade solitarie.»

«Eh! quanto rumore per un bambino che non vuol imparare a leggere il sillabario!» esclamò Marianna. «Dite al signor Sindaco, che quando una povera donna ha da pensare a otto figli, a quattro vacche, a sette capre, alle casa e ai prati, non ha tempo di pigliar per le orecchie i ragazzi ed accompagnarli a scuola. Mandate pure i carabinieri, se volete, a prendere Nocente: se sapranno scovarlo saranno bravi. È come un topo che si nasconde in tutti i buchi.» Nessuno infatti l’aveva più visto da due settimane in qua: soltanto Savina, che rimaneva tutto il giorno in casa, lo vedeva sgattaiolare colla faccia paurosa dal fienile, di sotto i letti, di dietro la legna ammucchiata; livido di freddo e di fame. Presto presto ella correva a prendergli da mangiare nel fondo della credenza dov’ella gli nascondeva ogni giorno la sua parte.

«Nocente,» gli diceva colla voce malinconica, «perchè ti nascondi così, come un ladro? povero figliolo, tu ti rifiuti di ubbidire, proprio soltanto perchè ti vogliono obbligare, lo vedo bene. Ma non si deve essere così ostinati. Dammi retta: domani vai a scuola come se nulla fosse stato, e tutto è finito. I tuoi compagni s’aspettano che tu tenga duro per un pezzo,