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82 sant’ambrogio


Raccontiamo al popolo, che invece di combattere a staffilate i nemici della chiesa, per resistere alle loro prepotenze si chiuse col suo popolo nella basilica maggiore della città, e perchè non trovasse lungo e tedioso l’assedio, intonò per la prima volta allora gli inni; e che di fuori, i soldati ariani tendevano l’orecchio stupiti e commossi, e si dovettero inginocchiare contro quelle porte sbarrate, sentendo in quel canto qualche cosa di innegabilmente divino.

Raccontiamogli come egli non ripudiasse per l’amore di Dio i suoi affetti domestici; come, non potendo vivere fra gli onori e la potenza senza aver intorno i suoi cari, venissero da Roma a vivere con lui il fratello Satiro e la sorella Marcellina. — «Niente ho di più prezioso di mio fratello, niente di più caro,» e sulla bara pronunciasse piangendo davanti al suo popolo, queste parole: — «Tu va innanzi, ed a quel modo che qui in vita tutte le cose ci furono comuni, così anche in morte non conosceremo separazione.» E alla sorella scrivesse: «Nulla di quello che m’accade nella tua assenza posso nascondere alla tua santità.»

Diciamo tutto questo, semplicemente, eloquentemente al popolo milanese, e la sua visita a