Pagina:Alcune lettere delle cose del Giappone. Dell'anno 1579. insino al 1581, 1584.djvu/134

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«Jt LETTERA de, fubito mi venne à ritromre, dicendomi che il fuo nome era Benedetto, ir dandomi contrafegni come io rbaueuo battezzato, ir come fempre hatieua conuerfato fra gentili -, 42 mai non baueaintefo predica, mi dimandò con iflan^a che glidicefsi alcuna cofa della legge di pio -, il che Cofmo & io alternis incominciafsimo àfare con fuogrande profitto & gufìo-, talché il giorno mai nonfifeoftaua da noi 42 nofaa cafa, 42 ben fpeffo ancora vi reftaua firid mezza notte, ir odiua di più con grande attentione tutte le prediche che fi facevano dgentili, Volfeancora che fuamadre, la quale era molto dedita al culto de Camis & fotoquet idoli,venijfe fubito con due fuoi fratellini piccoli dvdirle prediebe,dichiarandole chef e non fi rifoluea di far fi Cbri fiiananon lavoleuapiùper madre, ne voleva più vigere con lei -, perilebe ella fi rifolfe di far fi, 42 adejjòfivd influendo àquefio effetto. Io al giovinetto diedi alcuni granibenedetti ir maginette, del che egli fi rallegrò ir confidò grandemente. Il giorno del Corpus Domini fi fece il primo battefimo che in quefie bande ancorafia fatto dtvndeci perfone, in cafa del buon Dario, il qual procede con tanto femore in quefio che bd fatto della fua cafa yna cafadeCatecumeni, conciofia ckericeue tutti cofi buomini,come donne ehevogliono batte%Z<*rfi» ir li mantiene del fuo fin chefmifcono d’effer inftrut tisj battezzai • Di più egli fiejfo tutto il giorno 42 buona parte della notte non fa altro che predicar d gli altri, òfcriuer di fua mano oratimi P er