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180 | delle lodi |
niel Barbaro, un cardinal Bembo, un doge Gritti, un cardinal Grimani, un Giorgio Trissino vicentino, il Cornaro nostro, non fossero stati, non avrebbero forse sorpreso il mondo un Tiziano, un Paolo, un Sammicheli, un Palladio. E quante mai non son elleno le industrie di un proteggitore intelligente? Egli, oltre a mostrarsi liberale di sue sostanze, conversa coll’amico erudito e ne trae inventive e fantasie, egli s’introduce nel banco del dovizioso trafficante cui trasfonde quel succo di cui è nutrito egli stesso, egli entra, se fia d'uopo, nel chiostro, ed infervora il fraticello divoto ad erger templi ed altari, nè occasione alcuna trascura a fin che le arti s’innalzin sempre gloriose. Nella Grecia, madre di ogni eleganza e di ogni eleganza, trascorsi i secoli dei Pericli e degli Alessandri, terra e sterpi divennero i Portici ed il Pireo: ed il Laocoonte e l’Apollo fra terra e fra sterpi andarono per secoli a seppellirsi.
Fra le tante prove che ci lasciò Luigi Cornaro dell'affezione sua agli artisti io mi limiterò a dirvi di una soltanto. Fioriva a’ suoi tempi il veronese Giammaria Falconetto1,
- ↑ Giorgio Vasari scrisse la vita di Giammaria