Pagina:Alcune operette di Bartolommeo Gamba bassanese.djvu/207

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di luigi cornaro. 199


quilla e riposata fine del nostro magnanimo nomo, giunto al suo novantesimottavo anno1 fu tanto serena quanto può esserlo il bel tramonto di un dì senza nuvole. "L’ottimo vecchio (continuo nel fedele volgarizzamento) presentendo di essere presso al termine della vita, non risguardava il grande passaggio con ispavento, ma come se trattato si fosse di transitare d’una in un’altra casa. Sedea nel suo letticciuolo, che ristrettissimo usavalo e piccolo, e presente era Veronica di lui moglie2, carica d’anni quasi quanto


  1. Restano tolte le dispute che da Tommaso Temanza e da altri si sono fatte intorno all'anno della morte di Luigi Cornaro, meritando fede le parole del Graziani che vi fu presente, ed essendo essa morte seguita dopo la promozione fatta al cardinato del Commendone, il che seguì per elezione di Pio P. iv, nel Concistoro del dì 12 marzo, 1565 alla sua morte.
  2. "Erasi Luigi accasato con Veronica de' signori di Spilimbergo; ma il suo ramo si estinse in Chiara, unica sua figliuola ed erede, che fu da lui data in moglie a Giovanni di Fantino Cornaro, detto della Piscopia" (Zeno, Note al Fontanini, l. c., p. 345).